Tratto da una storia vera.
C’era una volta in un paese, un bambino.
Questo bambino da piccolo, ogni domenica usciva con il suo babbo. La tappa principale era andare in Chiesa a fare la preghierina e spesso a salutare il parroco. Non mancavano processioni dove il babbo non lo portasse.
Il bambino cresce, va alle scuole elementari e si prepara a fare la prima comunione. Quell’anno, molti dei suoi compagni di scuola diventano chierichetti. Anche lui vorrebbe, ma suo padre non vuole, forse perché è troppo protettivo. Tuttavia, non impedisce di andare in chiesa tutti i giorni nel mese di maggio per la recita del rosario, e giugno per la coroncina al Sacro Cuore e poi tutta l’estate. Ogni volta che andava in Chiesa, rimaneva in sacrestia con gli altri bambini che poi, indossato l’abito, avrebbero fatto servizio all’altare. Lui, invece, prima del suono della campanella, andava nel primo banco e seguiva la messa. Il parroco, osservava, l’interesse del bambino.
Passa un anno. Il bambino riprese ad andare tutti i giorni in chiesa dal mese di maggio, ma indossare l’abito da chierichetto ormai era come un sogno abbandonato.
Arrivò il giorno della festa di S. Antonio. La sera la chiesa era piena di fedeli. Il
bambino era in sacrestia come sempre con gli altri bambini che si preparavano per la messa. Notò che il parroco cercava qualcosa nell’armadio degli abiti dei chierichetti. Quanto stava per uscire dalla sacrestia per andare come sempre nei banchi, sentii la voce del parroco: “aspetta un attimo, vieni qui”. Il bambino si avvicinò e il parroco, gli porse un abito da chierichetto. “Indossalo”, disse. Il bambino andò in panico, perché suo babbo gli aveva detto che non voleva che facesse il chierichetto. A quel punto il parroco lo rassicurò dicendo: “Tu non preoccuparti. Se tuo padre ti rimprovera, gli dirò che te l’ho detto io, e che tu non l’hai disobbedito”.
Il bambino vestì in fretta l’abito, e entrò finalmente all’altare con gli altri bambini.
Sua mamma, che era presente in chiesa, vedendolo gli sorrise.
Quando il babbo lo seppe, tutto sommato, non se la prese più di tanto. Gli disse: “Però, farai il chierichetto solo per il mese di giugno”……ma finito giugno: “il chierichetto lo fai solo d’estate. Quando inizia la scuola devi studiare”. Iniziata la scuola, il bambino fece servizio solo la domenica, ma poi, con trascorrere del tempo, dopo qualche anno, il suo babbo gli permise di andare anche nei giorni feriali “purché vada bene a scuola”, disse.
Continuò a collaborare in parrocchia e con il parroco. Qualche marachella, ovviamente la fece; qualche rimprovero (forse anche più di qualche), qualche scontro con il parroco, non mancò, però gli anni passarono, il bambino cresceva, e via via divenne un collaboratore parrocchiale.
Mi piace pensare, che se qual parroco non avesse notato l’interesse di quel bambino, se non gli avesse fatto indossare quel giorno l’abito da chierichetto, forse, quel bambino non avrebbe collaborato mai in parrocchia.
Ho scritto che è tratto da una storia vera, e in effetti quel bambino oggi ha quasi quarantuno anni e sono io e quel parroco è Don Frongia.
Molti come me sono cresciuti sotto l’ala di Don Frongia, e grazie al suo modo di responsabilizzare le persone, di credere nelle persone, si sono potuti realizzare tanti obbiettivi in paese.
Non nego che ho avuto tanti scontri con Lui, soprattutto in questi ultimi anni, dove sicuramente anche l’andare degli anni, un po’ ci ha cambiati entrambi.
Il 24 giugno Don Giovanni compirà 83 anni e anche se non ha internet, e non leggerà questo mio post, non fa niente. L’importante è quello che sentiamo dentro e che solo Dio può vedere.
Ho pensato di fare gli auguri in un modo un po’ particolare, raccontando quello che Lui con il suo operato mi ha donato e ringraziandolo per l’affetto che, come Padre, mi ha dato. Ovviamente è una infinitesima parte di quello che in oltre quarant’anni consecutivi da parroco, ha fatto. Credo che se ognuno scrivesse qualcosa, ne verrebbe fuori un libro.
Il 25 compirà 8 anni di sacerdozio Don Cristian Lilliu, che ha ricevuto il testimone di Don Giovanni proprio a Febbraio di quest’anno. L’augurio in quest’occasione a Don Cristian è che possa continuare la missione che per tanto tempo ha svolto Don Giovanni, una missione non facile nella nostra Domusnovas, ma non impossibile……essere sempre il parroco di tutti anche dei parrocchiani più lontani.
+ Roby