La Lettiga (Sa Lattera) del Cristo Deposto

 

Dopo oltre due anni, riprendo a scrivere un piccolo post sul mio Blog. Scrivo in un momento molto delicato per tutta Italia e il mondo, per il dilagarsi di questo CORONA VIRUS.

Innanzi tutto, oggi 18 Marzo, sono 41 anni dalla morte di Ziu Cicchinu Mura.

Oggi vorrei parlare della lettiga del Cristo Morto, “Sa Lattera” così come viene chiamata in sardo.

Siamo abituati a vedere la lettiga, preparata con tantissimi fiori che poi al termine della processione del Venerdì Santo vengono dati ai fedeli, illuminata da tante lucine. Come viene preparata la lettiga oggi, in realtà è una novità introdotta proprio quarant’anni fa questo anno.

Fino al 1978 (nel 1979 in seguito alla morte di Ziu Chicchinu, iniziarono Sig. Gianni e Sig. Peppuccio a continuare la missione del padre), Ziu Cicchinu preparava la lettiga come chi l’aveva preceduto, aveva insegnato a lui. La preparazione era molto semplice: un piccolo materasso sul fondo della lettiga, tre archi fatti spaccando in due una canna e fissati sugli appositi spazi; un po di “nenniri” legato agli archi e un po’ adagiato sul fondo della lettiga; il tulle che copriva tutto.

Più volte sia Sig. Gianni che Sig. Peppuccio, avevano suggerito al loro padre, di rendere ancora più solenne la lettiga con una illuminazione e addobandola di fiori, ma lui non accettò mai questa idea rispondendo sempre: “candu non ci appessi prusu, fareisi come boreisi” (“quando non ci sarò più, farete come vorrete”)……e così fu.

Nel 1980, ad un anno dalla morte di Ziu Chicchinu, i suoi figli studiarono come apportare questa modifiche. Gli archetti che fino al 1979 erano fatti di canna, vennero sostituiti con degli archetti fatti di legno e ferro con delle piccole lampadine. L’archetto posto sopra il capo del Cristo aveva, oltre alle piccole lampadine, due lampade più grandi in modo da illuminare il volto del Cristo e la Madonna Addolorata che tradizionalmente segue la lettiga.

Gli archi, inoltre, vennero ricoperti di vari fiori e nenniri. Tutto molto bello. Un unico inconveniente: per poter dare corrente a tutte quelle lampadine occorreva l’utilizzo di una batteria di macchina per far in modo che l’illuminazione durasse tutta la processione che già dai primi degli anni ’80, per volere dell’allora parroco dell’Assunta, Don Frongia, fu allungato toccando diverse parti del paese.

In questo modo il peso aumentò notevolmente e non in modo omogeneo dato che la batteria della macchina veniva posta sotto il cuscino, per cui il peso lo avvertiva maggiormente chi portava la lettiga dalla parte posteriore.

Nel 1986, l’Associazione di Santa Barbara con la presidente Sig.ra Vittoria Sessini, donò il nuovo corredo per la lettiga, poiché ormai tutto rovinato e marcio.

Il problema del peso della lettiga è stato un argomento più volte discusso, ma non si riusciva a trovare una soluzione che conciliasse il rapporto peso/illuminazione. Intorno al 2010, il nostro confratello elettricista, Franco, iniziò a studiare un sistema che sostituisse le lampadine tradizionali con quelle a LED. Una prima modifica nel 2010, rese meno pesante il tutto grazie all’utilizzo di piccole batterie, però il risultato non fu ottimo infatti l’illuminazione risultò scarsa. Nel 2011, venne rivisto totalmente l’impianto con altre lampadine a LED, e in quell’occasione il risultato fu ottimo. Vennero realizzati dei nuovi archetti totalmente in ferro decorato.

Quest’anno purtroppo con molta probabilità, non ci sarà lettiga preparata con tutti i fiori………strana coincidenza. Quest’anno i fiori che decoreranno la Lettiga del Cristo Deposto, saranno tutte le nostre preghiere, e le luci che illumineranno saranno e dovrà essere tutta la nostra fede, e la fiducia che Dio, sempre presente, ci farà superare questo periodo.

“Non c’è Pasqua senza Venerdì Santo, come non c’è Venerdì Santo senza la Resurrezione di Cristo”.

Dedico questo post ad Alessio Mura, amico fraterno e attuale Priore della Confraternita. Abbiamo superato tante prove insieme, tanti obbiettivi. L’attuale situazione è una grossa prova da gestire anche per un Priore che ha la responsabilità, insieme ai suoi confratelli, della gestione di questa parte storica della nostra cittadina.

+ Roby.  

 

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