Le rose di Santa Mamma (e Nonna) Marisa.

Quando nell’autunno del 1990, babbo con i suoi fratelli, già avanti negli anni, decisero (finalmente) di dividere il giardino di nonno, a babbo spettò la striscia dietro casa. Di quello che un tempo era un bellissimo frutteto, che produceva un po’ di tutto e che poi nonna vendeva nella sua bottega; di quello che sembrava una foresta dove miei fratelli andavano a giocare da piccoli e dove anche io qualche volta ho fatto in tempo a giocare, non era rimasto che la sola terra, poiché, nel 1983 un incendio estivo lo devastò.

Dopo aver fatto gli atti, mamma con mio fratello Michelino, iniziarono a piantarci qualcosa, tipo le piante di albicocche e di pesche, nate in alcuni vasi dove mamma aveva messo i semi. Un periodo si diedero all’orto producendo un po’ di zucchine e melanzane che nell’estate del 91, non mancavano mai a tavola.

Tra le tante cose, mamma piantò a confine con il terreno spettante mia cugina, delle rose che attecchirono subito e crebbero.

Dopo la morte dei miei genitori, i miei fratelli, mi permisero di prendermi una parte di quel terreno, dove a fine 2006, io ed Elisa iniziammo la costruzione della nostra casa. 

Quando iniziarono gli scavi, quel terreno fu per l’ennesima volta messo sottosopra, tant’è vero che l’unica pianta di olive che piantò mio fratello venne spostata. Nel via vai dei mezzi pesanti, pensavo con dispiacere, che quelle rose che mamma con tanta cura aveva piantato, fossero state sradicate o schiacciate dai mezzi pesanti …..e invece …. finita la struttura della casa, prepotentemente quelle rose rifiorirono, e mi diede un senso di pace perché mi sembrava quasi che mamma in un certo senso voleva far sentire la sua presenza.

Ieri, abbiamo ricordato gli otto anni trascorsi dal quel 25 Novembre domenica di Cristo Re, quando alle 3 del mattino il cuore forte da ex combattente della seconda guerra mondiale, di babbo, di fermò per sempre.

In un anno e mezzo di vita che ha questo mio blog, non ho dedicato un post a mamma, e siccome  mi é sempre piaciuto immaginare che quella notte Dio abbia concesso a mamma di scendere dal paradiso a portalo via con se, lo faccio ora dedicandolo a tutt’è due.

Nel titolo ho scritto “Santa”, perché anche se il suo nome non apparirà mai in un calendario, per me Lei e Babbo sono i nostri santi protettori e, senza nulla togliere al giudizio Divino, poiché ci hanno insegnato che gli abitanti del paradiso si chiamano santi, per me loro ne fanno parte.

Cosa ha fatto di particolare mamma? E’ stata la nostra mamma. 

Nella sua infanzia ha conosciuto la guerra, quando ancora viveva a Montevecchio. Trasferiti a Domusnovas, si è sempre dedicata nell’adolescenza e i primi anni di matrimonio alla vita parrocchiale. Don Giovanni, un giorno ci regalò un filmato molto vecchio dove, in alcune poche immagini, girate sicuramente in un lontano “Corpus Domini”, si vede mamma nel vecchio asilo che da la colazione ai bambini che avevano appena ricevuto per la prima volta la comunione.

Dopo questo, mamma ha fatto la Mamma a tempo pieno. Ha vissuto la sua cristianità nel silenzio e nell’umiltà continuando a collaborare per la parrocchia …. Come? Qualcuno mi potrà dire che, a parte andare a messa o processioni non faceva altro!!!!! E invece faceva tanto, perché essere a casa e sentire i nostri sfoghi, qualche litigio in parrocchia, essere pronta a venirci incontro quando soprattutto la Settimana Santa a casa c’eravamo solamente per riposarci un po’ e mangiare un boccone, quando avevamo bisogno di un consiglio, Lei compiva la sua missione. Quante volte, anche e soprattutto quando non stava bene, Lei preferiva che andassimo a compiere i nostri compiti in parrocchia. Ricordo sempre: “Non preoccuparti, vai e fai una preghierina anche per me”. Quanti lavoretti di cucitura ha fatto per noi, tant’è che il Suo nome è nell’elenco dei collaboratori defunti della Confraternita.

Chissà quante volte ha offerto a Gesù, quella solitudine che il nostro essere impegnati in parrocchia le ha arrecato.  

Riuscì a convincerla ad entrare nell’Ordine francescano secolare per il quale nel 2000 fu accettata. Purtroppo non poté professare perché l’anno dopo morì.

Avere un mio blog mi ha aiutato in questi anni a sfogarmi un po’. Forse a qualcuno potrà non interessare questo mio post o addirittura prenderlo come un atto di esibizionismo …. non so!!!! So solo che lo scorso anno quando con i miei confratelli Franco, Matteo e Mauro, siamo stati a Cagliari due giorni in occasione dell’arrivo di Benedetto XVI, parlando con un sacerdote in confessione e dicendogli che da quando sono morti babbo e mamma, è come se non riuscissi più gestire il mio tempo e  fare quello che facevo un tempo, quel sacerdote mi disse di parlare con babbo e mamma, perché loro ci ascoltano.

Io non ci riesco a parlare …. Forse è un mio limite! Eppure non c’è giorno che passi senza pensare a babbo e mamma, ma non riesco a mettermi a parlare con loro, è come se fossero partiti per un viaggio senza telefonino, per cui non saprei come contattarli!!!!

Forse con quelle rose che fioriscono tutto l’anno, anche d’inverno, come un miracolo, Lei vuole farmi capire che è al nostro fianco e come quando era in vita mi vuole dire: “Sei forte. Ce la farai!!!”.

Roby

 

(Mamma e io, il giorno del mio battesimo)

2 Risposte a “Le rose di Santa Mamma (e Nonna) Marisa.”

  1. Forse non sai esprimerti con il “rumore” che spesso esce dalla bocca delle persone, ma certamente parli benissimo con il CUORE!

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